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Acne: realtà medica, saggezza popolare e falsi miti

L’acne è uno dei problemi di pelle più frequenti: colpisce il 70-87% degli adolescenti, ma può persistere o manifestarsi in età adulta, soprattutto nelle femmine.

Tra i 25 e 40 anni 2 donne su 5 risultano affette da acne, nelle sue varie forme.

È una patologia infiammatoria cronica dell’unità pilosebacea (formata dal follicolo del pelo e dalla ghiandola sebacea annessa) che si manifesta con comedoni (punti neri), pustole (brufoli) e, più raramente, noduli e cisti, localizzati soprattutto su viso e parte alta del tronco.

Quando queste infiammazioni sono profonde o vengono molto “traumatizzate” possono poi formarsi macchie scure o cicatrici.

L’acne è dovuta a una combinazione di fattori: aumento del sebo (pelle “grassa”), alterazioni della pelle a livello del follicolo del pelo e alla colonizzazione da parte di un battere, chiamato Propionibacterium acnes.

Possono poi influire fattori genetici, ormonali (soprattutto nelle donne), l’utilizzo di alcuni farmaci, il fumo e l’utilizzo di cosmetici non corretti.

Può presentarsi con un’ampia varietà di forme: le più frequenti sono l’acne comedonica, caratterizzata principalmente da punti neri e aumento del sebo, e l’acne papulopustolosa, con numerosi brufoli ed infiammazione.

Ne abbiamo parlato con la dottoressa Marta Brumana, dermatologa di Humanitas San Pio X.

“È importante trattarla per migliorare l’aspetto estetico nell’immediato e nel futuro prossimo: infatti, l’acne può lasciare dei segni persistenti, quali macchie di colore roseo o scuro e cicatrici. Inoltre, soprattutto nei giovani, può avere un forte impatto psicologico che non va sottovalutato” spiega la dottoressa Brumana.

Ci sono diversi tipi di trattamenti molto efficaci che vengono scelti dal dermatologo in base alla forma clinica, all’età e al sesso del paziente.

Ma è fondamentale prendersi cura della propria pelle anche nella routine quotidiana nel modo corretto: l’attenzione ai cosmetici è fondamentale, perché i prodotti corretti possono migliorare di molto la qualità della pelle, aumentando anche l’efficacia della terapia medica.

Saggezza popolare o falsi miti?

È importante anche fare chiarezza sul problema, sfatandone i falsi miti più diffusi.

  • Alcuni cibi causano l’acne

A tutti è capitato di pensare che i “brufoli” siano dovuti a una alimentazione scorretta, ma questo non è del tutto vero.

Ad oggi non esiste una dimostrazione scientifica assoluta circa l’associazione tra l’acne e determinati alimenti, ma è stata dimostrata una associazione con una dieta ad alto carico glicemico (carboidrati raffinati, pasta, pane, dolci), oltre a una associazione ancora in studio con i latte e i suoi derivati. Una buona notizia è che gli studi hanno dimostrato non esistere una correlazione tra cioccolato e acne.

“Bisogna inoltre riflettere sul fatto che ognuno di noi è differente, e ci possono essere delle suscettibilità individuali che ancora sono da scoprire. Pertanto il consiglio è di seguire una dieta normovariata, in cui ci siano adeguati introiti di frutta e verdura, prediligendo poi i carboidrati non raffinati e bevendo molta acqua” aggiunge la dottoressa.

  • È importante pulire bene la pelle

La scelta del detergente adeguato deve essere guidata dalle caratteristiche cutanee e dal fatto di essere o meno sottoposti a un trattamento medico.

Chi soffre di acne tipicamente presenta una cute seborroica ed è spinto a rimuovere l’eccesso di sebo con lavaggi frequenti, con detergenti molto attivi ed aggressivi o con l’utilizzo di tonici alcolici. Questo comportamento peggiora la situazione: infatti, più energica e frequente sarà la detersione, più rapida ed abbondante sarà la ricomparsa del sebo, su una cute oltretutto irritata. La pelle seborroica dovrebbe invece essere detersa mattino e sera con prodotti formulati in latte o gel, a risciacquo, capaci di pulire grazie a sistemi lipoaffini o tensioattivi innocui.

“Nei casi di acne più severa, che necessitano di un trattamento farmacologico, la detersione deve essere particolarmente delicata” sottolinea la dottoressa Brumana.

  • La pelle grassa non ha bisogno di creme idratanti

Spesso chi soffre di pelle grassa non utilizza idratanti, in quanto il sebo rallenta la perdita di acqua della pelle, ma molti trattamenti per l’acne tendono a seccare la pelle e può essere importante utilizzare un buon idratante, studiato per la cute acneica, che aiuti a proteggere e riparare la pelle.

Ad oggi esistono in commercio molti prodotti che riuniscono diverse caratteristiche: aiutano a diminuire il sebo, hanno effetto opacizzante/matifiante e idratano la pelle.

“La valutazione dermatologica – spiega la dottoressa Brumana – è la chiave per trovare il prodotto giusto per la propria pelle: non tutte le creme sono adatte, ma vanno utilizzati prodotti specifici, non comedogenici, che non bloccano i pori della pelle ma aiutano sia da un punto di vista medico che estetico”.

  • Mai truccare la pelle acneica

Questo è un falso mito: il make up può essere molto utile, sia per migliorare l’aspetto estetico, che per fornire alla cute una protezione. È però necessario utilizzare i prodotti corretti: i prodotti utilizzati dovrebbero avere caratteristiche di ipoallergenicità, non causare irritazioni e comedoni, assicurare una copertura di lunga durata, essere dotati di uno schermo solare e waterproof; da non sottovalutare, inoltre, altri aspetti quali la facile applicabilità e la gradevolezza dal punto di vista cosmetologico.

  • Il sole fa passare l’acne

I diversi tipi di radiazioni solari possono avere un impatto diverso sull’acne: da un lato i raggi UV possono peggiorare l’acne, dall’altro la luce visibile può migliorare l’acne e l’incarnato più scuro migliora l’aspetto estetico dei pazienti. È utile quindi usare solari ad hoc, con protezione solari intermedie che permettono il passaggio di alcuni tipi di radiazioni bloccando quelle dannose, con caratteristiche cosmetologiche idonee per la cute acneica (veicoli oil-free, non comedogenici).

“I solari possono inoltre contenere principi attivi per l’acne e avere un ruolo nel maquillage, riducendo ad esempio il sebo” consiglia la dottoressa.

  • “Schiacchiare i brufoli” fa male?

È comune il desiderio di pulire la pelle toccando e spremendo tutto quello che si presenta sul viso. Tuttavia, schiacciare un brufolo molto infiammato può notevolmente aumentare il rischio di avere degli esiti, come macchie o cicatrici.

Quindi, se c’è infiammazione, dolore o rossore è sconsigliato; è molto meglio gestire la situazione con terapie corrette, e, in caso, con un trucco o camouflage che permetta di nascondere le imperfezioni.

“Prevenire è meglio che curare”: questo detto vale in particolare per i brufoli: una volta che il brufolo compare è importante iniziare a pensare a come evitare che ne vengano altri, cercando di evitare che schiacciandolo possano restare dei segni.

  • La pillola contraccettiva migliora l’acne

In molti casi l’acne femminile, soprattutto quella della donna adulta, è legata ad alterazioni ormonali.

Oltre il 70% delle donne ha un peggioramento della qualità della pelle prima del ciclo mestruale, e questo è dovuto al ruolo degli ormoni nella formazione dell’acne.

È importante valutare quindi se siano presenti alterazioni ormonali, con esami specifici e visita ginecologica.

In alcuni casi l’utilizzo di una pillola contraccettiva specifica può migliorare non solo la parte ginecologica (regolarizzando il ciclo, diminuendo il dolore mestruale), ma anche quella cutanea.

Non tutte le pillole sono però indicate per l’acne: è cura del dermatologo, in collaborazione con il ginecologo, scegliere la pillola più corretta che contenga sostanze antiandrogene che agiscono sull’acne.

  • Lo stress peggiora l’acne e l’acne causa stress

Queste affermazioni sono vere entrambi.

Da un lato è stato dimostrato che lo stress è in grado di causare una risposta infiammatoria (tramite quella che viene chiamata “modulazione neuroendocrina”): c’è una stretta correlazione tra i picchi della malattia e il verificarsi di situazioni definibili “stressanti”. In particolare i fattori psicosomatici sembrano giocare un ruolo determinante nell’acne persistente delle donne.

Dall’altro lato invece l’acne può essere una importante fonte di stress psicologico, soprattutto nell’età adolescenziale. L’acne non è sempre un semplice problema cosmetico: è importante capire se si associa ad alterazioni psicologiche, e trattarla precocemente in questi casi.

“In conclusione, è importante non sottovalutare l’acne; una visita dermatologica è il modo migliore per affrontarla, per avere i migliori consigli personalizzati in base al proprio tipo di pelle” aggiunge la dottoressa Brumana.

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