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Apnee notturne e russamento: le app sono davvero utili?

Si è tenuto venerdì 24 novembre in Humanitas San Pio X, il Congresso Nazionale “Russamento e Apnee del sonno: malattia individuale e sociale”.

Un appuntamento dedicato alla roncopatia cronica, che comprende sia il russamento che  i disturbi respiratori dovuti all’ostruzione delle vie respiratorie superiori  durante il sonno noti in ambito internazionale come OSAS (Obstructive Sleep Apnea Syndrome); erano presenti numerosi specialisti provenienti da tutta Italia.

Molti i temi al centro della giornata: la diagnosi e il trattamento delle apnee notturne, con uno sguardo alle più recenti tecniche chirurgiche; il legame tra apnee e tumori, e una revisione delle numerose app disponibili che, con varie modalità, fanno riferimento al russamento ed alle  apnee notturne condotta dal dottor Fabrizio Costantini, otorinolaringoiatra in Humanitas San Pio X e relatore del Congresso.

L’uso delle app da parte dei pazienti

“Nell’ultimo anno è capitato diverse volte che i pazienti si siano presentati alla visita otorinolaringoiatrica muniti di grafici e registrazioni audio realizzate con app per smartphone.

Questo loro interesse mi ha incuriosito e mi ha portato a voler approfondire questi servizi, per cercare di capire come funzionano, quali sono le basi scientifiche su cui poggiano e quando possono essere di aiuto.

Per farlo, abbiamo chiesto ai pazienti di provare alcune app in contemporanea alla polisonnografia (esame diagnostico specifico in grado di verificare la presenza di apnee notturne) per confrontare i dati, e abbiamo fatto altre prove variando le condizioni dell’esperimento e il tipo di cellulare (per esempio, con microfoni di ultima generazione o modelli più vecchi)”, ha spiegato il dottor Costantini.

Quando le app possono essere utili

“Le app dedicate al russamento o alle apnee ostruttive notturne sono molte e in linea di massima si equivalgono in termini di servizi offerti e di punteggi; risultano spesso più complete quelle a pagamento, sebbene il loro costo sia irrisorio.

Particolarmente utili le app che valutano il rischio di apnee notturne a partire dai dati biometrici e da questionari validati dalla comunità scientifica internazionale (Scala di Epworth, Questionario di Berlino, Questionario Stop Bang, Questionario della Società Americana di Anestesiologia). Queste app infatti suggeriscono al soggetto ritenuto a rischio di rivolgersi a uno specialista, al fine di approfondire la situazione con gli esami più appropriati.

Alcune app poi monitorano il russamento con registrazioni e tracciati in cui si evidenziano i picchi di intensità e la percentuale di russamento sul totale delle ore dormite. Alcune possono anche attivare un segnale (sonoro o luminoso) quando inizia il russamento; Tutte queste possono essere di aiuto per verificare la presenza e l’intensità del russamento, soprattutto per chi vive da solo. Interessanti anche le app che aiutano a dormire sul fianco, utili in quei pazienti che devono mantenere questa posizione a causa della forma di apnea di cui soffrono”, spiega il dottor Costantini.

Le app non sostituiscono gli esami

“È bene sottolineare però che le app non sostituiscono gli esami diagnostici ospedalieri, Polisonnografia e Sleep Endoscopy, che a oggi sono gli unici in grado di constatare con certezza la presenza di apnee notturne e la loro causa.

Una selezione di queste app può tuttavia servire per sensibilizzare la popolazione e quindi indirizzarla al controllo medico.

Alcune app richiedono che il telefono sia posto vicino al cuscino o sia tenuto addosso mentre si dorme, in questo caso raccomando di attivare la modalità aerea o utilizzare lo smatphone senza sim”, ha concluso lo specialista.

 

 

 

 

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