COME TI POSSIAMO AIUTARE?

Centralino
+39 02 6951 1
PRENOTAZIONE SSN
+39 02 6951 6000

LUNEDì – VENERDì
dalle 10.30 alle 12.00 e dalle 14 alle 16.30
SABATO CHIUSO

PRENOTAZIONE PRIVATI, ASSICURATI, CONVENZIONATI
+39 02 69 51 7000

LUNEDì – VENERDì
dalle 8.00 alle 19.00
SABATO - dalle 08.00 alle 13.00

PRENOTAZIONE PRELIEVI
02 69517000

Dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 12.00

HUMANITAS PER LEI
+39 02 69 51 5151

Dal lunedì al venerdì
Privati, Assicurati e Convenzionati
dalle 9 alle 17

SSN dalle 10:30 alle 17

CENTRO PRIMO INTERVENTO ORTOPEDICO

Dal lunedì alla domenica
Dalle 8.00 alle 20.00

+39 02 69 51 5555

Il servizio è effettuato in regime privato.

Placenta, cordone ombelicale e sacco amniotico: a che cosa servono?

La placenta, il cordone ombelicale e il sacco amniotico sono tre componenti fondamentali per lo sviluppo del feto nel corso della vita uterina e rappresentano un vero e proprio sistema di supporto vitale.

Vediamo che cosa sono e a che cosa servono, con l’aiuto del dottor Alessandro Bulfoni, Responsabile di Ostetricia e Ginecologia di Humanitas San Pio X.

Che cos’è la placenta?

La placenta è un organo temporaneo che si forma nelle primissime fasi di gravidanza, a distanza di pochi giorni dalla fecondazione. Lo zigote (la cellula prodotto della fusione tra spermatozoo e ovocita), una volta formatosi, comincia a dividersi in altre cellule (blastomeri) che nel giro di tre giorni sono una dozzina. Questo gruppo continuerà a dividersi ulteriormente (in cellule dette blastocisti) prima di raggiungere l’utero. È proprio in questa fase che le cellule si distinguono in due tipi: una parte esterna che darà origine alla placenta e una parte più interna da cui originerà l’embrione. Il suo sviluppo è completo intorno alla 12a-13 a settimana di gestazione, ma le sue dimensioni continueranno ad aumentare fino alle 20ª settimana.

A che cosa serve la placenta?

La placenta e il feto sono collegati mediante il cordone ombelicale; la placenta rappresenta il sistema di sostentamento del feto perché funziona da punto di scambio tra il sangue materno e quello fetale. I nutrienti e l’ossigeno presenti nel sangue materno vengono trasferiti al sangue fetale, mentre i prodotti di scarto del sistema fetale vengono espulsi tramite il sangue materno. Nonostante siano molto vicini, il circolo sanguigno materno e quello fetale non si mescolano mai. La placenta consente dunque al feto di respirare, nutrirsi, eliminare le sostanze di scarto e proteggersi dalle infezioni; inoltre attenua gli effetti di farmaci, alcolici e nicotina assunti dalla madre. La placenta produce alcuni ormoni che consentono il proseguimento della gravidanza, come la gonadotropina corionica (hCG), estrogeni e progesterone.

Immediatamente dopo la nascita del bambino, e in seguito al taglio del cordone ombelicale, avviene l’espulsione della placenta sempre attraverso il canale vaginale in caso di parto vaginale.

Che cos’è il cordone ombelicale e a cosa serve?

Il cordone ombelicale collega la placenta al feto. È composto da tre vasi sanguigni: una vena più grande che trasporta il sangue ricco di ossigeno e sostanze nutritive dall’utero al feto tramite la placenta, e due arterie più piccole che trasportano il sangue privo di ossigeno e i rifiuti metabolici dal feto alla madre. Il cordone può crescere fino a 60 centimetri per permettere al feto di muoversi tranquillamente.

Dopo la nascita del bambino, si procede al taglio del cordone ombelicale (una procedura che possono fare anche i papà sotto indicazione del personale ostetrico), e la parte rimanente (il cosiddetto moncone) cade spontaneamente dopo 8-10 giorni, lasciando visibile l’ombelico del bambino.

Le funzioni del sacco amniotico

Il sacco amniotico è una sorta di bolla, piena di liquido, in cui fluttua l’embrione. Il sacco è ricoperto da una pellicola protettiva, detta corion, il cui strato esterno diventerà la placenta. La temperatura nel sacco e nel liquido amniotico è leggermente superiore alla temperatura corporea materna, in genere 37 gradi.

Il liquido amniotico non contiene sostanze nutritive, ma svolge funzioni protettive, garantendo al feto la possibilità di muoversi liberamente – favorendo così lo sviluppo del tono muscolare del bambino – e di essere protetto dagli urti. Il volume di liquido contenuto nel sacco amniotico aumenta con l’avanzare della gravidanza: a 12 settimane di gestazione ne contiene circa 30 ml, 200 ml circa intorno alla 17 a, mentre dalla 34a alla 36 a settimana raggiunge quasi il litro.

Nel primo trimestre il liquido amniotico viene assorbito dalla pelle del bambino; nel secondo invece, grazie al funzionamento dei reni, il bambino inghiotte liquido amniotico ed espelle urina, mantenendo stabile la quantità di liquido. Un’adeguata quantità di liquido amniotico è molto importante ed è uno dei parametri che si controlla nel corso delle ecografie.

La rottura del sacco amniotico (rottura delle membrane, comunemente detta rottura delle acque) avviene in genere prima dell’inizio del travaglio, con perdite di liquido vaginale, in questi casi è bene rivolgersi in pronto soccorso. In altri casi, la rottura avviene nel corso del travaglio stesso.

 

I numeri di Humanitas
  • 2.3 milioni visite
  • +56.000 pazienti PS
  • +3.000 dipendenti
  • 45.000 pazienti ricoverati
  • 800 medici