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Salute mentale, intestino, ansia e depressione. Cosa hanno in comune?

Può sembrare strano eppure la nostra salute mentale potrebbe essere influenzata anche da come funziona il nostro intestino. «Sebbene diversi studi sugli animali abbiano dimostrato che il microbiota intestinale può modulare lo sviluppo di sintomi quali l’ansia e la deflessione del tono dell’umore – spiega il dottor Francesco Cuniberti, psichiatra presso il Centro per i disturbi d’ansia e di panico di Humanitas San Pio X, i meccanismi non sono ancora chiari. Tuttavia, esistono iniziali prove a supporto dell‘influenza del microbiota enterico sulla funzione cerebrale.

Infatti, è dimostrato tra i possibili meccanismi coinvolti che le alterazioni della funzionalità intestinale risulterebbero in grado di influenzare la composizione e la stabilità del microbiota intestinale, innescando, come ipotizzano i risultati degli studi, il rilascio di fattori infiammatori che alterano la barriera intestinale. Questo, sebbene siano ancora iniziali le evidenze scientifiche sull’uomo, ha portato a ritenere che ci possa essere una relazione con i sintomi gastrointestinali che, spesso, tra gli altri di diverso tipo, sono presenti anche nei pazienti con depressione o disturbi d’ansia». 

Dieta sana e attività fisica, in attesa di conferme dagli studi

Se la relazione venisse confermata da ulteriori studi, le terapie per ansia e depressione potrebbero avvalersi anche di prebiotici e probiotici. «Al momento – prosegue l’esperto -, non è ancora possibile ottenere conclusioni definitive sul ruolo e sui meccanismi che regolano il rapporto tra intestino e cervello, nè esistono strategie terapeutiche mirate. Senza dubbio, è troppo presto per poter parlare di terapie con gli psicobiotici, farmaci probiotici che costituirebbero un trattamento in grado di influire sulla salute mentale attraverso la modulazione del microbiota intestinale. Invece, è certo che:

  • una dieta corretta, ricca di frutta e verdura, come quella mediterranea
  • 5 porzioni di frutta e verdura utili per la salute mentale
  • uno stile di vita salutare, con meno fumo di sigaretta e più sport

sono in grado di favorire una composizione del microbiota intestinale corretta, e anche di aiutare le persone che soffrono di disturbi fisici e soprattutto, mentali, specialmente legati all’ansia e alla depressione». 

Ansia, depressione e intestino: (forse) uniti dall’infiammazione

Numerosi studi hanno ipotizzato che alterazioni nel microbiota intestinale sono in grado di influenzare condizioni come obesità, allergie, disturbi autoimmuni, sindrome dell’intestino irritabile (IBS), malattia infiammatoria intestinale (IBD) e, anche, disturbi psichiatrici come i disturbi d’ansia e dell’umore. «Alcuni studi, infatti, attribuiscono al microbiota gastrointestinale la capacità di regolare la produzione di neurotrasmettitori come dopamina, serotonina e noradrenalina in grado di influenzare direttamente il Sistema Nervoso Centrale (SNC).

Il microbiota gastrointestinale – sottolinea il dottor Cuniberti – è stato anche collegato ad un aumento dei livelli di precursori dei neurotrasmettitori per la serotonina (triptofano) e all’aumento dell’attivazione dei recettori cerebrali associati a controllo dell’appetito, sensazione di dolore, umore e memoria. Sono stati anche scoperti collegamenti diretti, in modelli sperimentali, tra la funzione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) e il microbiota nell’intestino, suggerendo che il microbiota possa svolgere un ruolo nella gestione dello stress e nella mitigazione della risposta allo stress.

Dal momento che uno degli indicatori biologici più affidabili della depressione e dell’ansia è l’iperattività o la disregolazione dell’asse HPA, che è noto per essere stimolato da citochine pro-infiammatorie, una delle ipotesi allo studio è che l’infiammazione nel tratto gastrointestinale inneschi il rilascio di citochine pro-infiammatorie come TNF-alfa, IL-6 (interleuchina 6) e MCP (monocyte chemoattractant protein-1), in grado di attraversare la barriera ematoencefalica, e influenzare la salute mentale. In questo modo, livelli aumentati di IL-6 e TNF-a sono stati direttamente correlati con i sintomi della depressione e dell’ansia. Tuttavia, i meccanismi alla base delle interazioni tra queste cellule intestinali e il microbiota devono ancora essere studiati». 

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